Perché una casa più grande ci ha aiutato a muovere in avanti la nostra storia.
Ha da poco compiuto un anno la casa dello yogurt. Ricordiamo insieme ai progettisti come questo progetto ci aiuti a costruire futuro per noi e per la nostra valle nel rispetto delle tradizioni.
Crescere è un istinto naturale. Lo è per l’individuo e lo è anche per un’azienda, che dalle proprie persone attinge l’aspirazione a evolvere. È un movimento dell’animo umano che cerca nuova capienza. Così il corpo di un’organizzazione è rappresentata dai suoi spazi di lavoro, luoghi complessi che devono conciliare produttività, qualità di vita, armonia con l’ambiente, rispecchiamento dei valori del brand.
La casa dello yogurt è stata costruita in circa dieci mesi con l’energia che questo territorio regala, dato da una scansione del tempo battente, legata ai ritmi stagionali di un ciclo naturale che non fa sconti, tagliente com’è nei suoi inverni e deciso nell’annunciare l’estate. Lo stabilimento che ha appena compiuto il suo primo anno di attività è stato pensato e progettato dopo una lunga incubazione per accogliere la visione di una crescita e per migliorare la qualità del lavoro di chi, pur conoscendo e rispettando il valore di un lavoro duro fatto anche di grandi fatiche, apprezza il confort della modernità.
Semplicità, cura dei particolari, linearità, calore, in poche parole casa. La Casa dello Yogurt. Non succede spesso ma quando un progetto e la sua realizzazione trasmettono in maniera immediata quelli che sono i valori e i propositi del proprietario, di chi quella casa l’ha sognata, desiderata ed ha faticato molto per vederla realizzare, allora il ruolo del “costruito” trascende il quotidiano ed assume quel valore nobile che è esprimere chi quella casa la vive.
Matteo Garibaldi di Lineacontinua
Un progetto importante e complesso, che nello sviluppare nuovi spazi ha avuto come obiettivo anche quello di celebrare il lavoro delle persone, il loro attaccamento al territorio e la relazione con la natura che è uno degli ingredienti principali del successo dei nostri prodotti.
Aumentare la produzione nel pieno rispetto del paesaggio e dell’impatto ambientale. Questa era la richiesta.
La sfida affidata a Maurizio Rebori e agli architetti di Lineacontinua era realizzare un fabbricato che rispondesse alle normative stringenti a livello antisismico rispecchiando però la bellezza del luogo in cui era inserito e la personalità del prodotto.
Il carattere che lo studio di progettazione è riuscito a dare alla nostra casa dello yogurt è la sobrietà, quella razionalità e essenzialità che emerge dal togliere ciò che è futile, ma solo dopo aver compreso cosa è importante e di valore: è un obiettivo diverso rispetto alla semplicità, e contiene un po’ di poesia. La poesia entra in stabilimento dalla grande vetrata che fa sconfinare l’occhio dalla tecnologia alla natura del Parco dell’Aveto. Abbiamo chiesto a Maurizio Rebori, Daniele Daneri e Matteo Garibaldi di innamorarsi del nostro progetto e loro ci hanno accontentato.
La richiesta che ci è stata fatta è: quando vi svegliate dovete pensare al caseificio. Per la storia del cantiere e il concept creativo che ci è stato dato non è stato difficile amare questo lavoro.
Un fabbricato che testimonia la storia della nostra Valle.
Oltre a testimoniare i valori del brand il progetto doveva portare con sé la storia della Val d’Aveto. L’idea dei progettisti è stata allora quella di studiare i piccoli manufatti che un tempo servivano da riparo per la fienagione, realizzati con materiali poveri, struttura in legno e manto di copertura in lamiera.
Con le debite proporzioni si è cercato quindi di realizzare un qualcosa che richiamasse la tradizione contadina utilizzando a livello di rivestimento delle pareti esterne una soluzione di controventatura lignea a doghe verticali e manto di copertura in lamiera.
Maurizio Rebori
I richiami estetici alla storia dei luoghi in cui stiamo crescendo hanno vestito l’evoluzione moderna della nostra tradizione produttiva, senza intaccare il metodo artigiano, ma dando, anzi, la possibilità alle lavorazioni di concentrarsi sulle operazioni a maggior valore aggiunto, liberate da difficoltosi e superabili controlli che impegnavano fino a un anno fa i nostri lavoratori a causa della coabitazione in spazi ormai angusti delle diverse produzioni. Per quanto riguarda la disposizione interna e la fruizione degli spazi, infatti, la nuova struttura è stata pensata per fornire un collegamento orizzontale privo di dislivelli al piano terra produttivo, tale da consentire un corretto ed agevole spostamento dei prodotti e degli addetti alla lavorazione dalla porzione preesistente (dedicata ai formaggi) a quella realizzata ex novo (dedicata allo yogurt). Al piano superiore sono stati creati uffici open air e un magazzino per la gestione degli imballaggi.
Non possiamo che ringraziare la creatività e la serietà dei nostri progettisti. Dopo un anno che abbiamo potuto godere di un nuovo modo di lavorare e di abitare la nostra natura, stiamo già pensando a creare altri spazi, questa volta per ospitare anche voi in questo nostro sogno, impegnativo quanto ricco di soddisfazioni.