La terra non si ferma
Siamo dentro ai ritmi della natura, in un’armonia complessa che ci offre cose semplici. Ecco come cerchiamo in tanti di preservarla, fra innovazione e letame.
Mentre il mondo vive un tempo sospeso, noi abbiamo continuato a produrre. Lo abbiamo fatto perché il nostro tempo è scandito dai ritmi della natura, che non si può fermare perché è nel suo movimento che viene condivisa la vita, di uomini, animali, vegetazione.
Abbiamo il privilegio di essere nati in una valle meravigliosa, ma mantenere questa fortuna è un lavoro quotidiano, per noi e per tutti gli abitanti che hanno deciso di non abbandonare questi luoghi nonostante siano lontani da molte comodità. In un’epoca in cui la paura si supera nella protezione delle mura domestiche, qui ci è chiesto proprio dalla natura di essere avamposto di una cultura di comunità, in cui l’azione dell’uno non può avere luogo senza l’azione dell’altro.
Dobbiamo quindi ringraziare quegli allevatori, che resistono nella loro attività, nonostante il mondo cambi velocemente: sono loro i primi a presidiare territorio e memoria contadina.
Ringraziamo anche i giovani allevatori che hanno investito nei nuovi allevamenti, con stalle moderne, pensate per far fare un salto di qualità a un modello economico che alcuni ritengono agli sgoccioli e per altri rappresentano il futuro.
L’operaio, il contadino, il raccoglitore del latte, tutti garantiscono una filiera che non si ferma, perché il latte è frutto di una vita, che procede. Si parla molto della necessità di tornare con il pensiero alla terra, noi la terra non l’abbiamo mai abbandonata e sappiamo che lei ha bisogno sì di pensieri, ma anche di tante mani. La terra è in basso, ci fa sporcare e quella della Valle ci tiene anche spesso isolati dal resto del mondo, così più veloce ed efficiente.
Si parla di limitazioni, ma per noi non sono una novità e neanche una paura, sono una scelta, perché chi vive sull’Appennino decide di privarsi di alcune cose in maniera costante e definitiva; limitazioni per sempre, perché è difficile che chi vive qui riesca poi a vivere altrove. Noi restiamo perché è un istinto, e come tale difficilmente trova parole.
L’Italia è un paese ricco di forme e di biodiversità, che richiede una varietà di risposte. I nostri formaggi scelgono il latte prodotto in otto stalle dislocate in due valli, Val d’Aveto e Val Trebbia. In queste valli abbiamo selezionato piccoli allevamenti, con un modello zootecnico che assicura alle mucche una buona qualità di vita: dalla primavera all’autunno escono la mattina per andare nei pascoli e tornano alla sera per una seconda mungitura. Abbiamo selezionato le razze bruna alpina e rossa pezzata, meno performanti in termine di quantità ma molto più generose in termini di nutrienti, così che la loro alimentazione sia il più possibile naturale, senza integratori.
In questa situazione così difficile per tutti, abbiamo potuto apprezzare come il nostro modo di interpretare l’economia, forse meno efficiente dal punto di vista finanziario, ci abbia permesso di essere agili nell’affrontare la crisi. Abbiamo dall’inizio della nostra storia rinunciato ad alcune economie di scala, perché la scelta di servirci di allevamenti non intensivi, distribuiti sul territorio, ha costi difficili da tenere sotto controllo, ma onora un patto di mutualità con i nostri fornitori, che deve procedere con equità, garantendo alcune certezze di base; anche nei rapporti con i distributori abbiamo scelto di assicurare a tutti il nostro prodotto, nel rispetto della diversità degli stili di consumo. Questo ci ha consentito, in questa situazione di instabilità, di avere tanti punti di appoggio, nelle persone prima ancora che nei contratti.
Abbiamo un punto di forza anche nei nostri consumatori, che ci scelgono sapendo che stanno scambiando valore con il lavoro di tanti, un lavoro in cui crediamo in una Valle che ci ricorda di essere comunità. Quest’estate vi aspettiamo tutti, perché se vivere questa valle è per noi una condizione quotidiana e naturale per voi può essere una grande occasione di scoperta.